La rabbia dei primi cittadini non convocati al vertice sulla riforma degli enti locali. Sono pronti a manifestare con la fascia tricolore
Sindaci isontini sul piede di guerra. «Dall’assessore regionale Roberti uno sgarbo che va ben oltre la forma già discutibile: non accetteremo decisioni prese sulla nostra testa e siamo pronti a dimostrarglielo».
Il caso politico è servito, in vista della riunione convocata per lunedì a Monfalcone dall’assessore regionale alle Autonomie Locali Pierpaolo Roberti per discutere il futuro assetto del sistema Regione-enti locali, con particolare riguardo – ca va sans dire – proprio per le questioni riguardanti l’Isontino. Una riunione alla quale però sarebbero stati invitati solamente i sindaci di appena 7 comuni su 25 della provincia di Gorizia: quelli dei due centri più popolosi (Gorizia e Monfalcone), quelli dei due meno popolati (Dolegna del Collio e Doberdò), di San Floriano del Collio in rappresentanza della comunità di lingua slovena, ed infine i due primi cittadini delle municipalità che rappresentano il territorio in seno al Consiglio delle Autonomie Locali, Cormons e Grado. Un criterio che non è affatto piaciuto alla stragrande maggioranza dei sindaci dei comuni rimasti esclusi dal “vertice”, già preoccupati dal temuto smembramento della provincia e dalla possibile “annessione” a Trieste, e ora spiazzati da quello che definiscono un vero e proprio sgarbo istituzionale. Si sono ritrovati ieri in municipio a Gradisca non solo per esprimere contrarietà al metodo adottato dall’esponente della giunta Fedriga («sconcertati» e «basiti» i due aggettivi più utilizzati) ma per annunciare un’immediata e clamorosa controffensiva se la situazione non rientrerà nelle prossime 24 ore: «A quell’incontro siamo pronti a recarci ugualmente, con tanto di fascia tricolore». «Dell’incontro di Monfalcone – hanno spiegato due dei portavoce della “levata di scudi”, Linda Tomasinsig per Gradisca e Davide Furlan per Romans – i sindaci della Destra Isonzo sono stati informati grazie alla correttezza istituzionale del primo cittadino di Cormons, Roberto Felcaro. Addirittura all’oscuro di tutto invece quelli della Sinistra Isonzo». «Un atteggiamento intollerabile – fanno eco il sindaco di Staranzano, Riccardo Marchesan, e di Savogna Alenka Florenin – da parte di chi a parole aveva assicurato di voler coinvolgere tutti i comuni nella concertazione sul futuro del territorio. Non siamo ancora entrati nel merito di una riforma di cui non si sa nulla, che già manca il rispetto per i cittadini e dei loro rappresentanti: non certo un grande inizio». Presente al “patto fra i sindaci” di Gradisca anche il primo cittadino di Grado, Dario Raugna che – pur formalmente invitato da Roberti – preannuncia di essere pronto a rimanere fuori dal summit per solidarietà ai colleghi. «La sede istituzionale per un incontro tanto delicato è la Regione, o al limite Gorizia in quanto capoluogo – argomenta Raugna -. E forse proprio dal sindaco Ziberna ci saremmo attesi, e ci attendiamo ancora, un salto di qualità e di personalità».