Approvato oggi al Senato con 171 voti favorevoli, 63 contrari, 19 astenuti il Decreto Legge 73/2017 recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale oggetto dell’odierna convertito oggi in legge. Con il PD hanno votato a favore del provvedimento anche Forza Italia e MDP.
Una strada irta di ostacoli, ma infine giunta ad un approdo positivo, con miglioramenti rispetto al testo iniziale che riduce i vaccini obbligatori da 12 a 10 dieci ( anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti-Haemophilus influenzae tipo b, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella), e prevede che gli stessi siano somministrati 6 in formulazione esavalente, 4 in formulazione tetravalente;
L’offerta vaccinale è in ogni caso di 14 vaccini ( meningococco B e c, pneumococco e rotavirus); riduce le sanzioni pecuniarie prima più severe (il tetto massimo delle sanzioni ai genitori che scelgono di non vaccinare scende da 7500 a 3500 €),
rimuove la possibilità di perdere la patria potestà, conferma l’istituzione dell’ anagrafe vaccinale e per l’integrazione degli obiettivi dell’Unità di crisi che monitora l’attività del SSN prevede che il soggetto già immunizzato possa essere sottoposto all’obbligo vaccinale con monocomponenti, (risposta a richieste pressanti dei genitori);
in via sperimentale la prenotazione delle vaccinazioni nelle farmacie convenzionate attraverso il CUP e che docenti, operatori scolastici e sanitari possano autocertificare la copertura vaccinale.
Forte dunque l’impegno richiesto alla scuola e al Servizio Sanitario Nazionale al fine della garanzia della salute e del futuro delle giovani generazioni.
Ad essere tutelati hanno diritto tutti i bambini, in particolare gli immunodepressi, per i quali i vaccini possono costituire pregiudizio alla salute.
La portata generale di questo provvedimento rinveste la salute della fascia più giovane della popolazione italiana.
Sono 844 i casi di morbillo registrati in Italia nel 2016, ma nel 2017, dati del 19 luglio, sono già 3672 con tre decessi. Diffuse le apprensioni specie in Toscana per i casi, anche letali, di meningite. Perciò lo stato ha inteso attivarsi per la tutela della salute pubblica.
In particolare le aule scolastiche devono essere luoghi sicuri, ove rendere obbligatorie alcune vaccinazioni finora ritenute facoltative, per far fronte a malattie riemergenti.
La scuola dell’infanzia ne è e ne deve essere la protagonista, essendo il provvedimento strettamente connesso con ambiti di lunga permanenza dei bambini.
E’ innegabile che ciascun alunno trascorre gran parte della giornata attiva (minimo 5 ore) di gran parte della propria vita infantile, preadolescenziale e adolescenziale all’interno di un’aula di un istituto scolastico, a stretto contatto con compagni di classe, docenti, personale non docente.
L’obiettivo della legge, in quest’ottica, è di salvaguardare l’ambiente scolastico come luogo di permanenza sicuro. L’obiezione all’obbligo dei vaccini, ritenuti da una parte minoritaria della popolazione italiana libera scelta genitoriale, troverebbe giustificazione considerando il solo nucleo familiare quale diretto interessato dal provvedimento; dal momento in cui un singolo componente del nucleo familiare entra nella collettività e costituisce un possibile veicolo di trasmissione di virus e patologie per quanti ne condividono l’ambiente di permanenza, a prevalere deve essere l’interesse e l’immunità della collettività. E’, se vogliamo, lo stesso principio alla base del rispetto delle regole sociali e delle leggi che garantiscono la civile convivenza e che prevedono una parziale rinuncia alla libertà decisionale personale, che va finalizzata alla condivisione di un beneficio più generale e maggiormente diffuso.
Il parere espresso dalla 7° commissione non solo ha ben inquadrato in quest’ottica l’aspetto educativo del disegno di legge che (all’art.2) prevede percorsi formativi ed informativi per personale docente e non docente, per alunni e studenti, ma ha ben saputo anche valutare la portata gravosa a monte del provvedimento sull’organizzazione scolastica; tant’è, infatti, che le osservazioni principali riguardano la dotazione del personale, le forme di deroga alla tempistica di presentazione delle necessarie documentazioni a fronte di un già gravoso esperimento delle incombenze tradizionali per l’avvio dell’anno scolastico che vanno ulteriormente ad aggravarsi nei casi di istituzioni scolastiche rette da un dirigente reggente.
La commissione ha voluto fare, a mio giudizio correttamente, una netta distinzione tra rigore normativo applicato alle scuole dell’infanzia (ove la documentazione vaccinale è requisito indispensabile di accesso) e l’appello ad una sorta di diligenza del buon padre di famiglia, derogando alla perentorietà dei termini, per quanto attiene le scuole dell’obbligo (ove la documentazione comprovante la vaccinazione non costituisce requisito indispensabile per l’accesso) per evitare anche un sovraccarico amministrativo in capo agli istituti.
Il provvedimento all’esame è, senza dubbio, un passo importantissimo ed indispensabile, che certamente sarà oggetto di correttivi in corso di applicazione (penso, ad esempio, agli strumenti di semplificazione nella trasmissione diretta alle aziende sanitarie locali per verificare e controllare gli adempimenti vaccinali dei minori iscritti negli elenchi); considero ottime le finalità della legge tese alla salvaguardia e al bene della collettività, finalità che non possono essere intaccate da discutibili argomentazioni, il più delle volte del tutto false e strumentali, che in questi mesi hanno fatto pessima disinformazione.
Fasiolo: “In molte realtà il centrosinistra si è presentato diviso”
Commenta i risultati elettorali anche la senatrice Laura Fasiolo: «E’ innegabile che il centrodestra unito ha ottenuto un risultato a livello nazionale nettamente superiore rispetto ai partiti del centrosinistra. E’ bene sottolineare un elemento di fondo, la migliore propensione all’unità del centrodestra che, alla luce dei risultati, sarà il leitmotiv che accompagnerà i prossimi appuntamenti elettorali, almeno per quanto concerne i contesti di elezione diretta. Sì, perché non va dimenticato che insuccessi, come quello del M5S che si deve accontentare di centri “minori”, potrebbero non ripetersi in sede di elezioni politiche che, anzi, rischiano di consolidare un multipolarismo (e quindi un’ instabilità politica cronica) con maggioranze diverse tra Camera e Senato, dopo il fallimento del referendum del 4 dicembre scorso. In molte realtà il centrosinistra si è presentato diviso, a volte polverizzato, seppure con simboli di grande richiamo e appello all’unità della sinistra italiana, salvo poi, nei fatti, rappresentare uno spezzatino molto eterogeneo nei contenuti e nelle proposte; in molte realtà, soprattutto se piccole, i partiti si sono sacrificati a un civismo “spinto”, modificati in liste civiche, confidando in un miglior successo elettorale che, alla fine, non sempre è arrivato».
«Ha detto bene Ceccanti in questi giorni a proposito della centralità della tenuta dell’unità del centrodestra sulle future elezioni politiche: “Le elezioni politiche saranno contrassegnate da chi vuole aderire all’Unione Europea rafforzata, a cui ci stanno conducendo Merkel e Macron, e su cui Lega e Forza Italia hanno posizioni non compatibili tra di loro. La coalizione che ha vinto ieri non è riproducibile sul piano nazionale, esattamente come non lo è la coalizione del Pd con tutti i pezzi di sinistra alla sua sinistra, perché anche quella non è omogenea rispetto al tema con cui si decideranno le elezioni politiche che è quello del vincolo europeo”. Il prof. Flavio Felice, dal canto suo, ha affermato: “Si potrebbe persino pensare che il Centrodestra sia interessato a forzare verso il maggioritario, ma sarebbe un tentativo maldestro perché dopo sarebbe sotto schiaffo della Lega. Quindi Berlusconi, che sicuramente è intelligente, in questo caso punterà su un sistema proporzionale. E poi se la giocano nel nuovo Parlamento sulla base del peso che ciascun partito porta con sé”».
«Vengo a me: scenari possibilissimi, tuttavia la stabilità e l’interesse dell’Italia sono altra cosa dalle strategie tampone per mandare avanti un Paese in forte deficit di riforme».
Laura Fasiolo: “Ampie convergenze sulla mia proposta di istituzione di una ZES per il Friuli Venezia-Giulia”
A fine ottobre 2016 è stato presentato in Senato dalla senatrice goriziana Laura Fasiolo il disegno di legge n. 2584, che prevede l’istituzione di una Zona Economica Speciale (ZES), a vantaggio delle zone di confine della nostra regione. Si tratta in sostanza di un regime economico e fiscale agevolato atto a favorire lo sviluppo delle zone più in difficoltà, in particolare attraendo capitali dall’estero e offrendo vantaggiose possibilità di investimento. Una scelta che potrebbe rivelarsi strategica per i nostri territori, per la nostra economia e i nostri giovani.
«È quindi con particolare soddisfazione – commenta la senatrice – che ho riscontrato un diffuso consenso alla mia proposta negli ambienti politici ed economici della nostra regione. Apprendo dai giornali che anche da altre parti dello schieramento politico si è mostrato interesse, come nel caso della eurodeputata di FI Elisabetta Gardini; indubbiamente una convergenza intorno ad una proposta del centro-sinistra, che ha al centro l’interesse della nostra regione sarebbe un fatto positivo. Ben venga in questo senso il sostegno anche del gruppo di Forza Italia al mio disegno di legge».
«C’è bisogno infatti del massimo coinvolgimento se si vuole dare sostegno e impulso ad una economia in difficoltà proprio su un versante, quello fiscale, che risente delladisparità di trattamento in un’ottica di mercato e concorrenza tra i Paesi europei contermini. Ricordo infatti che la ZES è prevista dall’ordinamento europeo, ma che finora non si sono registrate esperienze in Italia. Il modello POLONIA, previsto recentemente dal nostro Governo per il SUD, non può prescindere alche da queste aree confinarie in sofferenza.Si tratterebbe dunque di una importante esperienza-pilota per una zona il nostro Paese in particolare difficoltà, che porrebbe la regione Friuli Venezia Giulia all’avanguardia nella ricerca di forme inedite di rilancio dell’economia, degli investimenti, del lavoro».
L’appello al voto delle DONNE PER IL SI’
Sabato 12 novembre alle 11.30 a MONFALCONE l’appello del Comitato DONNE PER IL SI’. Il ritrovo – aperto a tutte e tutti – sarà al Caffè Carducci, con la partecipazione della senatrice Laura Fasiolo.
Di seguito il testo dell’appello e le firmatarie:
“Siamo un gruppo di donne riformiste che crediamo in un’Italia migliore.
Amiamo il nostro Paese, una terra bellissima dal punto di vista paesaggistico, ricca di storia, di tesori artistici e di talenti, espressione della creatività del popolo italiano.
Riteniamo però che il nostro Paese debba aspirare ad una classe politica e dirigente all’altezza della sua storia e cultura, che si faccia custode dei beni pubblici come patrimonio comune della collettività, da tutelare e amministrare con saggezza, un patrimonio sul quale nessuno possa speculare e mettere le mani per interesse personale.
La complessità della macchina pubblica, composta da troppi organi e organismi, da troppa burocrazia, ingessa tutto il sistema mantenendolo in un perenne status quo.
Siamo quindi convinte che è giunta finalmente l’ora di prendere atto di una nuova sfida di grandi riforme, che vogliono smantellare vecchi poteri e un immobilismo cristallizzato, riforme che si stanno realizzando con grande coraggio e che sentivamo proclamare da almeno trent’ anni a questa parte.
Al referendum del 4 dicembre noi voteremo Sì perché vogliamo:
o Rafforzare la democrazia, semplificando l’iter legislativo con il superamento del bicameralismo paritario, attribuendo al Senato il ruolo di rappresentanza delle istituzioni locali e un numero limitato di competenze (materie di rilevanza costituzionale, referendum e politiche dell’unione europea)
o Ridurre la spesa pubblica attraverso la diminuzione del numero dei senatori da 315 a 100
o Sopprimere il CNEL, un organo costituzionale composto da 64 consiglieri, al quale spetta la presentazione di disegni di legge e pareri in materia di lavoro. Nei cinquant’ anni di attività ha presentato 14 disegni di legge e 96 pareri, che non hanno inciso sul mercato del lavoro
o Rivedere il titolo V della parte II della Costituzione, che tratta dei ruoli delle Regioni, Province e Comuni, tra l’altro già precedentemente modificato con Legge costituzionale 3/2001, arrivando, come prima cosa, al superamento delle Province.
Diciamo convintamente Sì ad una riforma che affronta le maggiori emergenze costituzionali del nostro Paese e riscrive in chiave progressista parte della nostra costituzione, mediante la modernizzazione delle istituzioni di governo, coerentemente con il nostro tempo presente e in vista delle sfide del futuro”.
Firmatarie:
Antonella BOLLETTI Manuela GUERRERA Elisabetta PIAN
Monica CARTA Eva LUCON Sara POSERINA
Lucia CASSANEGO LAMBERTI Elisabetta MEDEOT Sara VITO
Marina DOMINI Emanuela NOGHERTTO Barbara ZILLI
Laura FASIOLO Michela PERCUZZI Franca ZOTTI
Fasiolo: interrogazione sul problema cinghiali
Fasiolo: “Ho rivolto un’interrogaziojne sul problema cinghiali che affligge gli agricoltori”.
Il Ministro dell’Ambiente ha prontamente scritto a tutti i Presidenti di Regione.”È doveroso rivolgere un forte invito a un’efficace gestione del cinghiale, tale da prevenire squilibri ecologici e danni all’ambiente naturale e alle colture”. Nella lettera inviata ai presidenti di Regione, Galletti auspica “un intervento per una migliore gestione della specie” nel periodo estivo e con l’imminente apertura della stagione venatoria. Il ministro incassa sì il plauso di Coldiretti, soddisfatta della prospettiva di tutela delle produzioni agricole, ma gli toccano anche le critiche dell’Enpa, preoccupata tanto per l’inefficacia degli abbattimenti quanto per le “doppiette” caricate a pallettoni nel bel mezzo dell’estate.
Brandolin: riflessioni sul voto
Pubblichiamo alcune riflessioni sul voto amministrativo che riceviamo dall’on. Giorgio Brandolin:
Ho aspettato qualche giorno prima di buttare giù due righe sulle ultime tornate elettorali, per essere più obiettivo. Adesso quindi vorrei fare due brevi considerazioni:
1) Referendum fusione. Rispetto la volontà popolare, ma resto della mia idea che in un mondo che ormai non ha più confini rinchiudersi nel proprio orticello non ha senso. Ormai l’occasione è andata e non nego di essere deluso dal risultato, ma lo rispetto pienamente. Forse in effetti è lo strumento del referendum a non essere pià adatto a questo tipo di scelte, visto anche il risultato delle altre due proposte di fusione. Adesso spero che entri a regime l’Uti (sulla quale, confesso, ho qualche perplessità), perchè l’importante è riuscire a dare ai cittadini i servizi migliori.
2) Amministrative: è stata una batosta, per me come per tutti, è inutile negare l’evidenza. Poi si può discutere e discutere, ma mi auguro che si comprenda che è urgente modificare i comportamenti che hanno causato tanta rabbia nella gente, e mettersi invece ad ascoltare: e questo cominciando dal premier Renzi passando per la presidente Serracchiani per arrivare a me (perchè non mi tiro fuori): si torni tra la gente, lasciando il mondo dei social per andare in quello vero, per ascoltare quello che la parte più debole della società ha da dire, perchè è quella che ci ha girato le spalle. Io non ho mai avuto problemi nel farlo perchè, lo sanno tutti, mi trovo meglio lì che su Facebook, ma mi auguro che lo capiscano anche altri: basta insulti, basta comportamenti sprezzanti, è ora di mettersi con umiltà ad ascoltare il mondo reale.
Parere favorevole per la rete ferroviaria transfrontaliera
Via libera dall’8a Commissione lavori pubblici del Senato, ovvero parere favorevole per i collegamenti ferroviari con l’Est Europa, attraverso il Corridoio Baltico-Adriatico ai quali viene riconosciuto grande valore strategico. Lo comunica la senatrice Laura Fasiolo: «Adesso diventa essenziale ultimare quanto prima progetti già avviati per lo sviluppo delle linee Venezia-Trieste e Trieste-Divaca, nonché per il potenziamento dei nodi ferroviari di Udine e, in particolare, di Gorizia, che precedentemente non era stato incluso, per il completamento del raccordo tra la rete ferroviaria italiana e quella slovena. Il senatore Margiotta, estensore del parere, ha voluto recepire quanto era emerso con chiarezza nel corso dell’audizione, da me richiesta, svoltasi in Senato lo scorso 8 giugno, che aveva la precisa finalità di rendere consapevoli i senatori membri della commissione parlamentare competente, circa la gravità del perdurare della mancata previsione del nodo ferroviario di Gorizia, Nova Gorica e Sempeter Vrtojba, nei piani strategici italiani e sloveni degli interventi per completare le infrastrutture intermodali, tra cui le ormai famose ‘lunette'”».
Grazie all’audizione dell’avvocato Alessandro Puhali, componente dell’Assemblea del Gect Go, si sono approfondite le molteplici ragioni che rendono strategiche le infrastrutture previste dal progetto Tip. E’ emerso che l’opera è prioritaria per la realizzazione della piattaforma logistica transfrontaliera e soprattutto per rendere il territorio Goriziano ‘retroporto’ per gli scali Alto adriatici, in primis Trieste e Monfalcone. Ora questo parere positivo, per la prima volta, include le opere ferroviarie del nodo di Gorizia.
GIUSTIZIA: FASIOLO (PD), DA CSM OK AD AMPLIAMENTO ORGANICO IN FVG
“Sei giudici in tutta la regione, di cui tre a Gorizia”
“Nell’ottica di affrontare con determinazione ed immediatezza le esigenze pressanti relative all’ampliamento di organico per i nostri tribunali, il Csm ha dato il via libera alla pubblicazione del bando per l’assunzione di magistrati. Per il distretto del Friuli Venezia Giulia risultano disponibili tre posti a Gorizia, uno a Pordenone, uno a Udine e uno a Trieste”. Lo rende noto la senatrice del Pd Laura Fasiolo, dopo un colloquio con il Vicepresidente del CSmLEgnini e con il Presidente della Corte d’Appellodi Trieste.
“In più occasioni avevo già sottolineato come fosse indispensabile procedere all’implementazione dell’organico già esistente per far fronte al carico processuale al fine di scongiurare ulteriori e rischiosi rinvii sui processi esistenti. In particolare – spiega – i nuovi dibattimenti in materia di amianto rischiavano di essere rallentati ma grazie all’attenzione delle istituzioni ci sono già primi risultati e fatti concreti, frutto della sinergia e della leale collaborazione tra tutte le realtà coinvolte e impegnate per dare al Tribunale di Gorizia la piena operatività a svolgere il suo compito”.
Laura Fasiolo
Fasiolo (PD): Bollette pazze Enigas Gorizia, un ottimo riscontro per soluzioni concrete ed immediate
L’azione pressante nei confronti di Eni, che ho intrapreso a tutela dei cittadini consumatori residenti a Gorizia e in provincia, ha permesso di attivare una serie di misure che stanno portando alla graduale risoluzione della grande mole di contenzioso creatosi a seguito dell’invio da parte di Eni gas della fattura contenente, in molti casi, un importo abnorme basato non sui consumi reali ma su quelli stimati. Il responsabile per Eni, dott. Roberto Zucca, con cui ho avuto una fitta corrispondenza nelle ultime 48 ore, ha risposto tempestivamente alla mia richiesta, assicurando per iscritto ieri “che ENI si rende disponibile ad approfondire i casi di fatturazione gas con consumi stimati elevati. Garantendo la più’ completa disponibilità nel fare chiarezza su quanto da me è stato segnalato. Read More