SULLA SANITA’ REGIONALE E’ CALATO L’OSCURANTISMO DELLA CONTRORIFORMA.

SULLA SANITA’ REGIONALE E’ CALATO L’OSCURANTISMO DELLA CONTRORIFORMA.

Dopo mesi di attesa speravamo di trovarci davanti una proposta su cui ragionare, invece la “Controriforma della Sanità” targata Riccardi è un colpo al cuore della sanità regionale e un vero e proprio pugno allo stomaco di quella isontina.

Lo smembramento della sanità dell’intera provincia di Gorizia è servito, alla faccia dei due litiganti Ziberna-Cisint, incapaci di elaborare una proposta condivisa, il terzo se la gode, ed in questo caso, in pieno stile centrodestra, il terzo sarà il privato convenzionato.

L’azzeramento delle strutture di Gorizia e Monfalcone mette chiaramente in luce tutta la debolezza della classe politica del centrodestra provinciale, che soccombe ai ben più strutturati interlocutori triestini, scelti e tutelati dal governatore Fedriga in persona. Altro che ritorno all’Azienda Isontina, lungamente vagheggiato dai forzisti goriziani, e ancor meno capiterà ai leghisti monfalconesi di rivedere i blitz della sindaca Cisint nelle corsie dell’ospedale cittadino, andrà tutto bene, perché non ci sarà più nulla da difendere.

Asservire Gorizia e Monfalcone a Trieste significherà anche obbligare l’intera cittadinanza isontina a farsi carico dei disagi generati dalla difficoltà viabilistica e di parcheggio in cui i tre ospedali triestini sono letteralmente immersi.
Nessuno nega che la riforma della sanità introdotta dal centrosinistra necessita ancora di aggiustamenti, soprattutto dal punto di vista organizzativo, ha però il grande merito di porre al centro le necessità dei cittadini e i servizi di prossimità, fondamentali data l’età media della popolazione regionale; ma soprattutto identifica chiaramente come prioritaria ed adeguatamente finanziata la sanità pubblica, generando così in legge, oltre che nei fatti, la prospettiva di un sistema che ha gli strumenti per migliorarsi e continuare a crescere.

I disastri che questa controriforma genererà purtroppo sono a livello regionale e vanno ben al di là del solo territorio della provincia di Gorizia.  Con la sua controriforma Riccardi riesce in un sol colpo a distruggere il sistema della sanità pubblica regionale, per anni fiore all’occhiello di questa regione, e a smantellare a macchia di leopardo i servizi territoriali lasciando l’intera regione alla mèrce del migliore offerente privato.

E’ già, perché il privato arriva solo dove ci sono spazi di mercato da prendersi, quindi il primo risultato della controriforma di Riccardi che tutti toccheremo con mano, sarà l’immediato depauperamento di ciò che ora funziona bene. Una storia già vista, il sistema americano insegna, al pubblico resteranno il pronto soccorso e tutto ciò su cui è impossibile fare budget, al privato convenzionato il resto.

Una sanità privata con livelli di offerta strutturati per censo per i diversamente abbienti, per tutti gli altri un sistema pubblico al quale verranno destinate sempre meno risorse e che, secondo le regole del mercato, sarà sempre meno appetibile anche per medici, professionisti e personale sanitario in genere.

Il Segretario Provinciale del Pd di Gorizia
Silvia Caruso

NEWSLETTER: Il #FUTURO: Grande Sfida

NEWSLETTER: Il #FUTURO: Grande Sfida

A  febbraio, nel Salone d’Onore “Carlo X “ dell’Hotel Entourage di Gorizia,  presentavo con il giornalista Tommaso Cerno il mio e-book  “Per l’Italia e per il nostro Territorio”, con le tappe più significative del mio impegno legislativo in Senato.

Nell’occasione evidenziavo i temi affrontati e gli impegni, assolti con determinazione e più di qualche criticità, nel corso della XVII legislatura.

Non è stato facile attivare provvedimenti in vari settori, dal lavoro all’economia, alla logistica, all’ambiente, all’agricoltura, all’istruzione-cultura, al welfare; ai diritti, al turismo,al complesso fenomeno della  migrazione, ai rapporti di cooperazione europea.

Ma la maggiore sfida sarà affrontare il futuro con il piede giusto,  scommettere su di un sano pragmatismo riformista ancorato a solidi principi, gestendo la crescente tensione tra europeismo e populismo.

Ma veniamo all’OGGI.

Preso atto della mia mancata rielezione per i motivi noti ai più, sento il dovere di ringraziarvi per l’attenzione e l’ascolto che avete pazientemente riservato alle scorse newsletters e di informarvi che seguo comunque da vicino l’attuazione dei provvedimenti legislativi, specie di quelli a mia prima firma. 

Perciò, se avrete piacere, vi invierò la mia “NEW Newsletter” attraverso la quale seguo il presente locale, nazionale e internazionale e lancio uno sguardo al #FUTURO GRANDE SFIDA

Potete ricusarla con un clic.

Ciò che più mi preme, e per cui mi sto spendendo con incontri e contatti con parlamentari e politici a vari livelli, è  il seguito di disegni di legge, mozioni, interpellanze ed emendamenti che ho presentato per la tutela, lo sviluppo e la crescita del Territorio.

Salvaguardare gli interessi di Gorizia, dell’Isontino, di tutti i Territori della Regione Friuli Venezia Giulia, specie dell’area confinaria, delle risorse di mare e montagna, di Collio e Carso,  è un obiettivo che intendo perseguire, in un’azione proattiva e di stimolo che passa anche e soprattutto attraverso il rilancio della logistica.

Mi riferisco al finanziamento ottenuto dal Ministro Del Rio e dall’ Amministratore Delegato e Direttore Generale di Rete Ferroviaria Italiana, Maurizio Gentile, inserito nel pacchetto di 132 milioni destinati alla rete ferroviaria del Friuli V.G., del raccordo ferroviario Italia Slovenia.

La mia campagna ha avuto efficacia e il progetto non può aspettare, RFI è pronta: ora è la politica a dover decidere la tempistica e sarà questo Governo a procedere. Il nodo ferroviario di Gorizia porrà fine a un indecoroso “missing link” europeo, a un collegamento mancante da oltre 70 anni tra due Stati vicini. E gli eventi tragici di Genova di questi giorni testimoniano quanto l’efficienza della rete logistica sia prioritaria per il Paese.

Vorrei inoltre insistere per l’attuazione, anche per il FVG, delle ZES (Zone Economiche Speciali), oggi riservate al solo Mezzogiorno, e sulle quali ho depositato una DDL, oltre alle ZLS ( Zone Logistiche Semplificate).

È risaputo che su questi temi ho molto insistito, consapevole che implicano detassazioni e sburocratizzazioni essenziali per l’attrazione di imprese e il rilancio dell’economia.

Di ciò beneficeranno il Friuli intero, l’area SDAG, il retroporto per gli scali portuali dell’Alto Adriatico, dove l’istituzione di una Zona Logistica Semplificata diffusa, per la quale la Regione FVG ha espresso una recente manifestazione di interesse, fungerà da attrattore di imprese.

ALTRI temi aperti, soddisfazioni e insoddisfazioni:

Se mi reputo soddisfatta per salvaguardia del Tribunale di Gorizia, grazie alla sua classificazione di “Sede Disagiata” e per l’avvio dei lavori del secondo lotto del Carcere,  tante sono le “insoddisfazioni”: ritengo un’occasione perduta lo spostamento a Trieste della COMMISSIONE Territoriale Migranti, un potenziale fiore all’occhiello per la possibile sinergia con l’Università e la sua valorizzazione (tirocini degli studenti laureandi e neolaureati del SID -Scienze Internazionali e Diplomatiche). Un’”incompiuta” è la “cittadella giudiziaria”, con il mancato recupero della scuola PITTERI per il cui riadattamento si rendono necessarie risorse ad hoc dal Ministero della Giustizia; un’ incompiuta è la “geografia giudiziaria”, che deve rivedere un ampliamento della territorialità per il Tribunale dell’Isontino, in questi anni molto sacrificato. Voglio aggiungere, nella profonda crisi della città, quasi del tutto priva di un tessuto commerciale, la situazione della Consortile Duca D’Aosta, nata per il rilancio dell’aeroporto, dove grandi aspettative sono andate deluse. I miei sforzi, comunque, non mancano nè mancheranno e neppure il mio impegno a fianco della città, delle Istituzioni, del Territorio Isontino, dell’intera regione FVG.

CARCERE DI GORIZIA: A REGGENZA?

Di recente avevo annunciato con soddisfazione che la struttura carceraria ottocentesca di via Barzellini Angiolo Bigazzi sarebbe stata rimessa a nuovo. Lo avevo annunciato trattandosi del lavoro perseguito nel corso del suo mandato, che doveva trovare la luce già nella scorsa legislatura. I lavori sono iniziati,quindi una bella soddisfazione,  ma segue la notizia che l’attuale Direttore purtroppo non ci sarà. Il direttore reggente della casa circondariale  di Gorizia dott. Alberto Quagliotto, direttore del Carcere di Pordenone, subentrato a Gorizia alla direttrice  Iannucci, destinata alla direzione del Carcere di Udine, potrebbe rientrare nella sede originaria e lasciare la sede goriziana  libera. Il carcere dunque rimarrebbe  in attesa di una nuova reggenza, ragionevolmente di Trieste.

Oltre TRENTA saranno le case circondariali scoperte e in reggenza in Italia, fino all’espletamento dei nuovi concorsi per direttori carcerari, di imminente indizione. Ci vorranno però almeno due anni, di fatto tre  includendo la formazione, prima di avere  i vincitori di concorso  e tutte le sedi coperte. “ Tutte le sedi attuali? Lo si spera, salvo non prevalga la logica dell’accorpamento per le più piccole o decentrate. Questo eventuale processo non dovrà penalizzare ancora Gorizia, sottolinea FASIOLO. Non ci penso neppure. In  funzione preventiva, venuta a conoscenza dell’imminente trasferimento di Quagliotto,  ho interessato il sottosegretario  alla giustizia Vittorio Ferraresi, a cui avevo già esplicitato il caso Gorizia e il capo del personale del Ministero Giustizia,  Dott. Pietro Buffa ”.

 

 

“ La sede di Gorizia, ho spiegato in una mail inviata ad entrambi, ha  il Carcere e i servizi in fase di ristrutturazione, il che  impone la presenza di un direttore a tempo pieno. I lavori del lotto carcerario che comporterà il completamento dei reparti detentivi dell’istituto penitenziario, compresi la realizzazione rampa disabili e la ristrutturazione dei locali ricreativi hanno necessità di essere seguiti, come pure il programma di interventi manutentivi, di recupero e di adeguamento normativo.

L’obiettivo inoltre della realizzazione della cittadella giudiziaria che ingloberebbe la scuola Pitteri, senza la presenza di un dirigente a tempo pieno  in loco, sarebbe destinato ad allontanarsi. Rafforzare gli organici e assicurare la direzione dovranno quindi essere due punti fermi. E dare una nuova centralità alla Casa Circondariale di Gorizia”.

 

 

GORIZIA, CALO DRASTICO DEI MIGRANTI: lo spostamento della Commissione Territoriale:criticità o occasione mancata? 

 

La Rotta Balcanica continua, eppure in Friuli-Venezia Giulia il flusso di migranti , provenienti in massima parte da Afghanistan e Pakistan, ma anche da Iran e Iraq è comunque in forte calo.  Che gli sbarchi siano crollati via mare dell’ 80% già a seguito degli interventi del Governo  Minniti, non è una novità. Nè dovrebbe sorprendere il fatto che specie a Gorizia i numeri siano in netto calo rispetto alla quota 2000 (duemila) del 2017, periodo di eccezionali presenze. Oggi la situazione si è stabilizzata alle quote del 2016 (circa 800). Il che significa un calo sia di  “Dublinati”, cioè di richiedenti asilo provenienti da altri Paesi europei, sia di nuovi richiedenti asilo via terra, dall’80% al 50%.

Mi pare opportuna una lettura interpretativa del fenomeno,  non semplicistica circa le cause del calo del flusso, che comunque è destinato a continuare, stanti i 4.000 bloccati in Bosnia, che premono per entrare. Innanzitutto uno dei motivi centrali è lo

• “smaltimento” delle procedure dell’Unità Dublino di Roma presso la Questura di Gorizia, e da pochi giorni alla Prefettura di Trieste, che si avvale anche dei nuovi assunti specializzati  (Decreto Minniti) . Un esempio di buona pratica che sarà diffusa. 

Si tratta dell’ attuazione di proposte di buon senso che, sentita la stessa Prefettura, presentai io stessa in corso di mandato al Governo, quindi alla Presidente dell’Unità Dublino nel 2015 (tra le altre l’ audizione in Bicamerale Schengen il 20 ottobre 2015), chiedendo la possibilità di decentrare a livello periferico (Questure, ove presenti le Commissioni Territoriali) le procedure dell’Unità Dublino di Roma, per ottenere in tempo utile le pratiche dei Dublinati dagli altri Paesi, trasferendo, senza rischiare la decorrenza termini, i migranti già registrati altrove ai Paesi europei di provenienza, senza sobbarcarci tutti gli arrivi, oltre a quelli di nostra pertinenza. Il decentramento dell’ Unità DUBLINO che avevo invocato da quasi 4 anni, attuato da alcuni mesi, è determinante e sarà generalizzato. Il passaparola in questo caso ha funzionato e i Dublinanti sanno che il rischio di essere “restituiti” per tempo al Paese di primo ingresso, che secondo il Trattato deve farsene carico, è alto. Si tratta ben del 92% dei richiedenti asilo totali del nostro Territorio.

 La maggior efficienza, grazie alla sinergia fra i nuovi esperti di Asilo EASO (European Asylum Support Office) che affiancano la questura, Polizia di frontiera, Ufficio immigrazione, si è rivelata fondamentale e immediata.

Altra risorsa, i 250 funzionari amministrativi da destinare esclusivamente alle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale ed alla Commissione nazionale per il destinare esclusivamente alle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale ed alla Commissione nazionale per il diritto d’asilo ( Legge 46 2017, recante “Disposizioni urgenti per l’accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell’immigrazione illegale”.)

Con il concorso pubblico, per titoli ed esami, l’Amministrazione si é dotata di personale altamente qualificato per l’esercizio di funzioni di carattere specialistico, operante presso le Commissioni Territoriali. Oggi, Trieste ( ex Comm.ne di Gorizia) li vede operare in modo efficiente.

il collo di bottiglia sono però ancora i ricorsi, resi sì più celeri dalla legge Orlando-Minniti, ma a causa un’ ambiguità interpretativa, da dirimere al più presto, rallentati dall’ inghiottitoio congestionato del Tribunale di Roma e non gestiti da Trieste, dove trovavano risposta rapidissima.

Un secondo punto, che ha contribuito a rendere spedite le procedure, fortemente voluto da alcuni tra noi Parlamentari, è stato la

• istituzione a UDINE  della sottosezione della „Commissione territoriale di Gorizia, con il compito di accelerare le richieste di protezione internazionale.

Un terzo punto, relativo al contenimento del flusso  nel nostro Territorio, è dovuto ai

• controlli intensificati della rotta balcanica a livello dei confini,che si realizzano tuttora a livello di retrovalico, anch’essi introdotti dai decreti Minniti-Orlando.

Preoccupano le testimonianze di violenze reiterate ad opera dalle forze dell’ordine tra Bosnia e Croazia ai danni di questi disperati, a cui verrebbe respinta persino la legittima richiesta di asilo. Preoccupa il numero di Siriani  trattenuti in Turchia, che Herdogan gestirà ma fino a quando, e vista la situazione  esplosiva di questi giorni? La rotta balcanica con deviazioni verso i sentieri meno battuti è comunque la grande incognita di primi ingressi di cui non solo la Regione, il Governo, ma l’Europa dovrà farsi equamente carico.

Credo che il passaparola tra i migranti sullo spostamento della Commissione Territoriale da Gorizia a Trieste, abbia condizionato ben poco gli ingressi su Gorizia, considerato il quadro globale. 

La Commissione per il riconoscimento della protezione internazionale a GORIZIA giornalmente intervistava dodici ragazzi in Prefettura solo dopo mediamente un anno dal loro arrivo (per la Commissione di UDINE previsti quasi DUE anni): perchè sarebbe dovuta essere elemento così attrattivo, e aumentare le presenze di richiedenti asilo in città? Se così fosse, verrebbe da chiedersi perchè la presenza della Commissione sia stata fortemente richiesta dal sindaco di Udine e il trasferimento da Gorizia così ben accetto dal Sindaco Trieste.

Per maggior precisione, va detto che i 12 stranieri venivano e vengono esaminati quotidianamente dalla Commissione sulla base di criteri cronologici (tempi di arrivo sul Territorio regionale), di esigenze organizzative (aggregazione per appartenenza linguistica e presenza dei traduttori) e di Territorialità (in numero proporzionale tra le zone di residenza in regione), stazionavano in città un solo giorno, max 2 quando residenti fuori Gorizia.

Va anche detto che il FVG è oggi assai poco attrattivo. I migranti di nuovo arrivo cercano altri Paesi, e quando chiedono asilo è per evitare l’espulsione una volta individuati nella rete dei controlli (oggi più intensi) predisposti a ridosso del confine, altrimenti migrerebbero al Nord. I Dublinati che tentano l’ingresso della speranza, diminuiscono sensibilmente per i motivi che ho detto, considerate le prospettive di lavoro pressochè nulle, la percentuale di dinieghi all’Asilo ormai al 70%, la percentuale dei rigetti dei ricorsi quasi totale, l’accoglienza incerta e in condizioni spesso del tutto inadeguate.

La serie di errori:  è mancata la volontà di garantire un apparato integralmente efficiente nel Paese; Questure Prefetture Commissione Territoriale e Tribunale avrebbero dovuto disporre da subito di uomini e mezzi per svolgere i complessi nuovi compiti affidati dalla legge. Pensiamo solo al carico di lavoro dei Tribunali, travolti dai ricorsi…. Il sistema funziona come una macchina: se il motore è potente,devono funzionale anche gli pneumatici e i freni….quindi personale e risorse inadeguate hanno impedito al meccanismo di funzionare AL MEGLIO.

Il positivo della Commissione di Gorizia, la più produttiva d’Italia?  Aveva visto in questi anni alternarsi in prevalenza tirocinanti laureandi in legge, in scienze internazionali e diplomatiche,  in sociologia, rivelatisi un’enorme risorsa. Aveva generato rapporti dinamici tra giovani studenti universitari, protagonisti di un’esperienza impegnativa e Prefettura e Questura: una buona occasione per favorire un graduale inserimento degli stagisti nel mondo del lavoro, attraverso convenzioni regionali (borse lavoro) di cui si  stava parlando con la Regione. Destinare  risorse per un rinnovamento generazionale della Pubblica Amministrazione, puntare sulle energie dei giovani, a partire da Questo Territorio: sarebbe stata una grande opportunità, ormai concreta, non un’idea fantasiosa.

Troppe sordità, i finanziamenti borse lavoro avrebbero potuto essere già una realtà concreta.  Così non è stato e così non sarà. Ne beneficeranno altri.  OGGI, VI AVREBBERO PRESTATO SERVIZIO ALTRI giovani nuovi assunti dal Ministero dell’ Interno, che già operano a Trieste. È mancato il coraggio di osare.

LAURA FASIOLO

Prove tecniche di “integrazione creativa”.

Prove tecniche di “integrazione creativa”.

Più passa il tempo, più la “pensata dell’amministrazione monfalconese” di fissare un tetto massimo del 45%
di bambini stranieri nelle classi delle scuole materne, cioè bambini dai 3 ai 5 anni di età, mostra tutti i limiti
e le inevitabili contraddizioni che sorgono quando si deve passare dal dire al fare. Ne è prova il nervosismo
con cui la maggioranza, pur di non affrontare il punto, ha mandato a monte la seduta della Commissione
per il controllo dell’ente e delle partecipate in cui si sarebbe dovuto ragionare operativamente
sull’attuazione della proposta. La realtà è che l’amministrazione sta gestendo questo tema alla giornata,
senza la benché minima programmazione né di breve, né di lungo periodo. Nessuna strategia condivisa è
stata elaborata con gli altri colleghi sindaci, mai incontrati per un eventuale percorso di “accoglienza
diffusa” tra i comuni vicini. Non è stata presentata alcuna previsione di bilancio per quantificare il costo del
“trasporto scolastico utenti 3-5 anni” incluso l’accompagnamento obbligatorio e la mediazione; nessuna
procedura amministrativa per la formalizzazione di questi due nuovi servizi, che il comune dovrebbe
attivare e finanziare per un periodo non inferiore ai tre anni, cioè l’intero ciclo scolastico che partirà questo
settembre, è stata ancora avviata.
Il vero tema però non è che a un mese e mezzo dall’inizio della scuola l’amministrazione dimostra di
brancolare ancora nel buio, ma piuttosto va seriamente considerato il rischio di un drastico calo delle
iscrizioni. Non va dimenticato che la scuola dell’infanzia non è scuola dell’obbligo, di conseguenza più si
rende difficile alle famiglie la fruizione del servizio pubblico, maggiore è la probabilità che queste ultime
rinuncino e finiscano con il tenersi i bambini a casa. L’aggravante sta nel fatto che oggi chiedono l’iscrizione
alle materne proprio quelle famiglie che vogliono integrarsi e affrancarsi da un senso di comunità che
ancora troppo spesso sopperisce a ciò che la parte pubblica non è in grado di dare.
La proposta di gestire bambini di età dai 3 ai 5 anni come fossero “richiedenti asilo politico” da smistare,
pro quota, nei vari comuni ha già sortito l’effetto di mettere questi piccoli e le loro famiglie nella condizione
di “esclusi”, rifiutati da una comunità che ha già rinunciato ad occuparsene e si preoccupa solo di allocarli
un po’dove capita. Tempo tre anni e questi piccoli arriveranno alle scuole elementari, primarie dell’obbligo,
dove non c’è tetto che tenga perché, per legge dello stato non ci possono essere limiti, l’iscrizione è
obbligatoria e viene decisa dalle famiglie e dal dirigente d’istituto; il sindaco di turno riveste il solo ruolo di
proprietario dell’immobile scolastico e poco più. Il risultato sarà che molti ragazzini approderanno
direttamente dalla famiglia alla scuola dell’obbligo e l’impatto nelle classi sarà ancora maggiore.
Qui si inserisce il vero tema, attualmente a Monfalcone il 58% della popolazione scolastica è composta da
bambini stranieri, dato ineludibile ed in crescita. Le strade che gli amministratori hanno davanti sono due,
attivare delle strategie per iniziare percorsi di integrazione quanto prima possibile, in modo da creare classi
delle primarie il più possibile omogenee per competenze già acquisite, oppure fare l’esatto opposto,
emarginare questi piccoli, metterli di fatto nelle condizioni di affrontare con difficoltà la scuola dell’obbligo
e accettare l’inevitabile rischio di un precoce abbandono dell’obbligo scolastico durante la fase
adolescenziale.
Una cosa è certa i piccoli di oggi saranno i cittadini di domani, accettare la sfida che istruire è il primo passo
per integrare e far crescere i cittadini del futuro dovrebbe essere un principio condiviso di tutte le
democrazie compiute.

Segretario provinciale PD Gorizia
Silvia Caruso

DOBBIA, il programma completo della Festa.

DOBBIA, il programma completo della Festa.

 

A tutti Voi che venite come ogni anno a trovarci,  un caloroso benvenuto!
A tutti coloro che con dedizione, impegno, fatica ed entusiasmo, sono qui per realizzare ancora una volta la festa di Dobbia,un sincero e profondo ringraziamento.
CIRCOLO DEL PARTITO DEMOCRATICO

DI STARANZANO
in collaborazione con
I CIRCOLI DEL MANDAMENTO

Candidature Regionali.

Candidature Regionali.

Una affollata assemblea ha approvato all’unanimità I candidate alle elezioni  regionali  proposti dal Segretario Provinciale Silvia Caruso.

Si parte da 2 figure di esperienza come dall’assessore uscente Sara Vito e il capogruppo in consiglio regionale Diego Moretti, a cui si aggiungono 3 nomi selezionati per dare risposta  a diverse esigenze. Quella proveniente dal movimento giovanile con il candidato di Gorizia Marco Della Gaspera quella della  comunità slovena con  Josko Terpin, e un quella  della “società civile” abbinata ad  una forte competenza in materiale socio assistenziale come con la candidate  Marizza, attuale assessore indipendente al  Comune di San Canzian d’Isonzo.

Il Segretario ha evidenziato come tutti I candidate siano espressione di più circoli e abbiano raccolto le sottoscrizioni di almeno 15 iscritti, come richiesto dallo statuto. In precedenza tutti I segretari erano

stati sensibilizzati sull’opportunità di proporre delle candidature condivise a livello territoriale.

Molti gli  interventi, in particolare mirati a recuperare coraggio nella proposta politica e sulla presenza nei territori, dove il PD, almeno nella provincia di Gorizia, si vede radicato.

Diverse sottolineature hanno anche riguardato “l’eccesso di correttezza” del segretario nel voler attivare una nuova fase congressuale alla fine delle elezioni regionali.

Immigrazione: un fenomeno globale da governare

Immigrazione: un fenomeno globale da governare

Serata dedicata ad un’approfondimento sul teme immigrazione, con particolare riferimento alla nostra realtà provinciale dove varie realtà partecipano attivamente alla ricerca di una soluzione del problema mentre altre, a volte con responsabilità amministrative anche importanti, perlomeno  si disinteressano al tema.

L’Onorevole Brandolin ha ricordato che l’accoglienza del richiedente asilo é un obbligo giuridico per gli Stati membri dell’Unione europea, e che a oggi on tutti gli stati membri operano nel rispetto di tali norme.

L’auspicio è di interventi  mirati a sostenere in maniera strutturata e coordinata i Comuni e le associazioni nella gestione dell’accoglienza delle persone richiedenti presenti nelle strutture temporanee, tramite progetti realizzati in collaborazione e sinergia tra loro.

Non di meno favorire l’impiego utile del tempo da parte degli ospiti delle strutture temporanee con azioni che prevedano la partecipazione ad attività sociali, in raccordo con gli Enti e le associazioni del territorio come già avviene presso diverse realtà della nostra provincia. Inoltre risulta necessari favorire l’accesso ai servizi del territorio, creando sinergie tra enti pubblici e privato sociale, anche al fine di superare alcuni vincoli in a prima vista banali ma importanti nel suo significato come l’impossibilità di “giocare a calcio ufficialmente” per un ragazzo che ricade in queste categorie.

Diverse le sottolineature pervenute da parte del pubblico, anche ricordando la storia di un percorso che in pochi decenni ha cambiato diverse  caratteristiche delle nostre comunità,  ma che in molti casi non viene recepito nella sua completezza nelle con la nostra società.

Alla fine dell’incontro l’Onorevole Giorgio Brandolin e  la segretaria provinciale Silvia Caruso hanno incontrato i giovani del PD in un momento conviviale che ha consentito ai giovani del nostro partito di segnalare le proprie istanze.

Incontro con Coldiretti: firma impegno in 5 punti

Incontro con Coldiretti: firma impegno in 5 punti

Un impegno in cinque punti da portare avanti per i prossimi anni, concentrato sulla semplificazione, la creazione di

un ministero che prenda in carico il ”cibo”, la conclusione del percorso legislativo sui reati in materia agricola: è stato firmato giovedì 22 febbraio da me e Coldiretti di Gorizia nel corso del colloquio su quanto è stato fatto e quanto rimane ancora da fare.

(il documento lo trovate qui: https://www.coldiretti.it/wp-content/uploads/2018/02/MANIFESTO-POLITICO-COLDIRETTI.pdf)

Grazie alla competenza e passione del ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, nel corso di questa legislatura è stato fatto moltissimo, ricordiamo solo l’eliminazione dell’Imu agricola e l’Irap. Si è poi puntato sulla qualità e il made in Italy, e c’è stato il volano dell’Expo.

Ci sono però ancora punti sui quali fare attenzione, come gli accordi in stile Ceta in discussione nei prossimi mesi. La globalizzazione funziona se viene governata specie in un settore in movimento come quello agricolo, che ha visto negli ultimi anni un aumento importante di giovani imprenditori.

Abbiamo quindi verificato i progetti locali, tra i quali grande importanza è stata data all’ipotesi di un progetto per la gestione del flusso dell’Isonzo – da realizzare con la massima attenzione alle questioni ambientali – sul quale si potrà agire a livello nazionale per il reperimento di fondi.

TORNIAMO A VOTARE!

TORNIAMO A VOTARE!

TORNIAMO A VOTARE!  Questo lo slogan del volantino del candidato al Senato Riccardo Illy Sostenuto dal Partito Democratico.

«Mi metto al servizio, da indipendente, in un momento impegnativo in cui registriamo una crescita economica e una difficoltà per la politica. Ho in questo senso una doppia esperienza».

Con queste parole ha iniziato il suo intervento in forma di dibattito con il numeroso pubblico presente alla serata presso l’Hotel Europalace di Monfalcone.

Rispondendo alle varie sollecitazioni ha puntualizzato in particolare all’esigenza ormai improrogabile di una semplificazione normativa a cui il futuro parlamento dovrà mettere mano.