Sul piano numerico il Partito democratico nell’Isontino ha tenuto, confermando la guida del comune di Romans. «Non siamo riusciti a riconquistare il governo di San Pier d’Isonzo ed è un grande rammarico mentre su Grado hanno ahimè pesato le divisioni che hanno caratterizzato quella campagna elettorale che, altrimenti, sono convinto che avremmo potuto vincere». Il Pd nell’Isontino tiene, governava del resto solamente una delle quattro amministrazioni al voto, quella di Romans, dove è stato confermato il sindaco uscente Davide Furlan, componente anche della segreteria provinciale del Pd. Ma il segretario provinciale Rossi non si nasconde: «Queste elezioni amministrative sono un segnale che dobbiamo cogliere: stiamo perdendo radicamento territoriale, dobbiamo recuperare la capacità di coalizzarci con altre liste e forze politiche, magari con un po’ di umiltà, perché la grandezza di un Partito che è riferimento per l’area riformista della nostra società si riconoscere anche nella capacità di saper coinvolgere attorno ad un progetto un campio più ampio. Chiaramente il tipo di alleanza dipende dal contesto locale e non sarebbe intelligente dire che esiste un’unica ricetta valida per tutti i comuni, ma senz’altro il Partito Democratico per quanto attiene alle elezioni amministrative, deve recuperare la capacità di fare da fulcro a coalizioni più ampie».
Il segretario Pd guarda anche avanti alla necessità di rilanciare il partito nei territori: «Serve sicuramente un rilancio del Partito Democratico. Dire che va tutto bene sarebbe fuorviante. Guardiamo com’è andata e capiamo come superare questa fase: molti fra quanti non ci hanno votato credo abbiano voluto dare un segnalo, sono spesso persone che ci hanno votato o che ci voterebbero sicuramente in futuro se sapremo dare risposte politiche ed essere maggiormente presenti anche come partito a livello locale: nelle elezioni amministrative il radicamento conta molto».
«Vedremo quindi i risultati dopo i ballottaggi nelle città più grandi, ma senza dubbio è giusto ammettere, che queste elezioni sono un campanello d’allarme perché anche laddove abbiamo governato molto bene e la competenza dei nostri candidati era sicuramente riconosciuta, abbiamo incontrato difficoltà. Dobbiamo ritornare a coinvolgere i giovani, coinvolgerli maggiormente nei circoli, nell’attività politica per recuperare la passione civile e la partecipazione che hanno reso il nostro Partito così radicato sul territorio. Insomma ci parliamo troppo addosso ed è giusto che sappiamo cogliere il messaggio che arriva dalle urne, cominciando proprio dal territorio e dai circoli: l’antipolitica si supera solo mostrando che sappiamo fare buona politica e coinvolgendo i cittadini».